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DOTT. ANTONIO ALLOCCA
Chirurgo Ortopedico




ESPERTO IN CHIRURGIA ARTROSCOPICA DELL'ANCA:
tecnica chirurgica utilizzata dagli inizi degli anni 2000
per il trattamento del conflitto femoro-acetabolare
(Femoro acetabolar Impengement FAI)







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L'ARTROSCOPIA DI SPALLA

Tecnica chirurgica utilizzata nelle patologie degli sport da lancio (overhead)
in grado di ripristinare l'anatomia dell'articolazione.

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L'ARTROSCOPIA DI GINOCCHIO

Tecnica ormai consolidata per il trattamento della patologia articolare,
LCA, LCP, suture meniscali, meniscetomie, trattamenti della
cartilagine (microfratture trapianti), pliche sinoviali, trattamento della sinoviale.

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Le patologie dell'adulto

L’artrosi e la patologia tendinea della cuffia dei rotatori sono le problematiche che affliggono maggiormente l’adulto e l’anziano, interessando in modo particolare le grandi articolazioni, anca, ginocchio e spalla.

La protesi d’anca.
La protesi di spalla.
La protesi di ginocchio.
La lesione della cuffia dei rotatori.

La patologia del giovane e dello sportivo

Il giovane e lo sportivo più frequentemente vanno incontro a patologie che interessano la capsula articolare, i legamenti e la struttura tendineo muscolare delle articolazioni, quali la spalla, l’anca, il ginocchio, la caviglia e il gomito.
il conflitto femoro acetabolare dell’anca FAI.
Le patologie della spalla del giovane e dello sportivo.
Il ginocchio.
Il collo piede.

Le fratture

Le fratture possono interessare le articolazioni oppure la parte lunga delle ossa. Esse si verificano per un accidente traumatico e possono interessare tutte le ossa.
Le fratture della spalla.
Le fratture della clavicola.
Le fratture del capitello radiale.
Le fratture del capitulum humeri.

I fattori di crescita (PRP)

I fattori di crescita o PRP (plasma ricco in piastrine),viene utilizzato nelle tendenti, tendine d’Achille, tendini epicondiloidei (gomito del tennista), tendini epitrocleari (gomito del golfista), e alla patologia articolare artrosica nelle fasi iniziali.

I fattori di crescita nell’artrosi.
I fattori di crescita per la patologia tendinea.

LA MIA CASISTICA

Questi sono i miei numeri

350

INTERVENTI

90

PROTESI

60

ARTROSCOPIE D’ANCA

120

ARTROSCOPIE DI SPALLA

80

ARTROSCOPIE DI GINOCCHIO

6

CAFFE’ AL GIORNO

Attività recenti

Le fratture distacco dei giovani

24

Ott, 2015

Le fratture distacco dei giovani

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Le fratture distacco della della cartilagine di accrescimento della epifisi prossimale di omero negli adolescenti sono fratture che si verificano in seguito a traumi della strada. Esse determinano una vera e propria frattura della cartilagine di accrescimento la quale non…

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Le fratture lussazioni inveterate della testa omerale.

15

Apr, 2014

Le fratture lussazioni inveterate della testa omerale.

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Le fratture lussazioni della testa omerale nelle persone anziane è più tosto frequente a causa dell'osso osteoporotico. Molto spesso nella caduta si ha l sola lussazione della testa omerale e nella manovra riduttiva che si viene a determinare la frattura. Quando la lussazione non viene ridotta, si determinano delle aderenze e condizioni tali da non poterla più ridurre incruentemente ma solo con un intervento chirurgici che se praticato entro la ventina…

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LE FRATTURE LUSSAZIONE DELLA TESTA OMERALE

15

Apr, 2014

LE FRATTURE LUSSAZIONE DELLA TESTA OMERALE

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Le fratture lussazioni della testa omerale sono fratture molto frequenti nei traumi della strada. Quando come in questo caso vi è un distacco completo della testa dall'omero viene, con un altissima frequenza disconnessa la vascolarizzazione della testa omerale, la…

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15

Apr, 2014

Il dolore notturno della spalla

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Il dolore notturno della spalla spesso è associato alla patologia della cuffia dei rotatori della spalla. Uno dei sintomi più comuni della tendinite e della rottura della cuffia dei rotatori è il dolore notturno. Esso spesso si manifesta come una difficoltà a trovare una posizione idonea durante la notte, oppure durante le prime ore del mattino sveglia durante un cambio di posizione, ancora rende difficile l'addormentamento. Esso è assai più…

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LA RIABILITAZIONE POST OPERATORIA

Riabilitazione dell'anca artroscopica

Dopo un intervento di chirurgia artroscopia di anca, il paziente indosserà un tutore che permetterà un movimento  all’anca tra 0° e 90°. Il primo mese il carico sarà sfiorante con due bastoni, e la riabilitazione provvederà alla ripresa dell’articolarità. Il secondo mese verrà rimosso il tutore e si riprenderà il movimento, il terzo mese ci si concentrerà alla ripresa della muscolatura. Dopo il terzo mese ci sarà la ripresa all’attività sportiva.

Riabilitazione della spalla artroscopica

Dopo un intervento di chirurgia artroscopia di spalla per capsuloplastica, il paziente indosserà un tutore per circa 30 gg. Durante questo periodo mobilizzerà immediatamente il gomito attivamente, mentre passivamente mobilizzerà la spalla. Il secondo mese verrà rimosso il tutore e comincerà riabilitazione in acqua calda. Dal terzo mese al sesto comincerà una tonificazione della cuffia dei rotatori, dei muscoli scapolo toracici e della colonna vertebrale progressivamente.

Riabilitazione della protesi di spalla

Dopo l’intervento, viene applicato un tutore in abduzione che il paziente dovrà mantenere per un periodo 1-2 settimane.
In queste settimane il tutore potrà essere rimosso  per consentire la mobilizzazzione attiva del gomito e passiva della spalla.
Durante la I settimana sono consentiti solo movimenti passivi di flesso-estensione della spalla e minimi movimenti di rotazione interna, mentre vanno assolutamente evitati movimenti in abduzione e rotazione esterna con la spalla in flessione.
Dalla II settimana  si introducono movimenti in rotazione esterna per escursioni limitate a 15-20° e comunque con il gomito addotto (vicino al fianco).
Nei giorni successivi il trattamento prosegue incrementando l’escursione della flesso-estensione sia passivamente sia con esercizi attivi, prosegue il recupero dell’articolarità sugli altri piani e si introducono esercizi di rinforzo muscolare.
Alla fine del II mese possono essere introdotti esercizi propriocettivi per la spalla.

Riabilitazione del ginocchio artroscopico

Dopo un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore, il paziente indosserà un tutore cominciando immediatamente esercizi di flesso estensione del ginocchio, ma sarà vietato il carico per i primi 15 giorni. Dopo il quindicesimo giorno sarà concesso il carico con ginocchio in estensione  continuando gli esercizi di flesso estensione. Dopo il primo mese verrà rimosso il tutore e comincerà un progressivo potenziamento dei muscoli quadricipite, flessori, adduttori e abduttori della coscia fino al sesto mese in cui sarà possibile riprendere l’attività fisica.

Riabilitazione della protesi d'anca

In I° giornata l’allineamento posturale a letto, gli arti inferiori sono divaricati di circa 30° con un cuscino divaricatore di protezione ed il ginocchio e il piede dell’arto operato “guardano” verso il soffitto .
E’ vietato unire, ruotare all’interno (intraruotare) o incrociare gli arti inferiori il programma riabilitativo inizia essenzialmente con movimenti guidati dal fisioterapista. Le calze elastiche antitromboemboliche devono essere calzate e tese sino all’inguine. Una precoce FKT consente un rapido recupero funzionale e la prevenzione di complicanze vascolari. In II° giornata il paziente può assumere la posizione seduta con le gambe fuori dal letto, non bisogna mai superare i 90° di flessione dell’anca. Viene continuata la riabilitazione anche con movimenti eseguiti autonomamente dal paziente, ponendo particolare attenzione alla flessione dell’anca operata.
Dalla III° giornata il trattamento riabilitativo viene intensificato ed il paziente, dopo avere assunto nuovamente la posizione ortostatica, inizierà la deambulazione assistita con girello e/o 2 bastoni canadesi. Una volta presa coscienza della propria capacità di stare in piedi possono essere eseguiti alcuni semplici esercizi in ortostatismo, quali la flessione dell’anca e del ginocchio e l’abduzione dell’anca operata. Allo scopo di rendere il paziente autonomo e vengono appresi i passaggi posturali come sedersi o alzarsi da una sedia e attività più complesse al fine di rendere il paziente progressivamente sempre più autonomo nelle comuni attività della vita quotidiana (igiene personale ed uso del bagno, vestirsi, affrontare le scale…). Dopo 4-6 settimane dall’intervento al paziente sarà consentito di utilizzare una stampella, che verrà mantenuta dal lato non operato, Dopo circa 8-10 settimane verra abbandonato anche il secondo bastone.

 

 

Riabilitazione della protesi di ginocchio

Dopo l’intervento, salvo complicazioni o controindicazioni, è necessario iniziare la riabilitazione il prima possibile. Il recupero da un intervento chirurgico necessita generalmente di 6-8 settimane. Dopo l’intervento si inizierà a camminare per brevi distanze in camera e si eseguiranno esercizi leggeri di flesso estensione del ginocchio. Dalla 2a-4a giornata post-operatoria potrà alzarsi con assistenza, stare con le gambe fuori dal letto e stare seduto, su una sedia alta, per almeno 15 minuti. Successivamente sarà possibile stare in posizione eretta con il peso del corpo distribuito uniformemente su entrambi gli arti con l’aiuto di girello deambulatore e stampelle. Inizialmente si utilizzerà il deambulatore per camminare ed una volta acquisita autonomia ed equilibrio, potrete passare alle stampelle e si inizierà a salire e scendere le scale. Si proseguirà la fisioterapia con l’uso di una cyclette che verrà utilizzata all’inizio con il sellino alto e senza resistenza, con il passare dei giorni abbassate gradualmente il sellino per consentire una maggiore flessione del ginocchio ed aumentate la resistenza del freno per favorire il potenziamento muscolare.

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